Intervento di redooc.com agli Stati Generali 2020
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Appunti per una nuova Educazione, in Italia. Intervento agli Stati Generali – Roma 21 giugno 2020
La chiusura di scuole e università impone la definizione di una strategia dell’educazione che possa contribuire a gestire in modo efficace il perdurare di questa emergenza e il sopraggiungere di nuove. Questa situazione è una grande opportunità per definire un ridisegno strutturale delle logiche che guidano la struttura educativa del Paese. La scuola – o meglio l’educazione – è il tassello di base per lo sviluppo economico e sociale del Paese. Dovrebbe stare al primo posto nell’agenda politica.
La strategia dell’educazione deve avere come obiettivo un futuro sostenibile per l’Italia e gli italiani, in coerenza con il Goal 4 dell’Agenda 2030 dell’ONU, e deve essere basata sulla crescita delle competenze e sul benessere degli studenti, fornendo un percorso educativo che ne permetta la piena realizzazione personale. Gli studenti delle scuole primarie e secondarie sono poco più di 7 milioni di ragazze e ragazzi tra i 6 e i 19 anni, tutti nati nel nuovo secolo, anzi nel nuovo millennio; a questi si aggiungono circa 1,7 milioni (circa 270K immatricolazioni ogni anno) di studenti universitari.
La strategia dell’educazione primaria, secondaria e terziaria deve essere definita in modo unitario, da un ministero unificato, in modo da garantire la massima coerenza.
Questi i principali elementi di base della strategia dell’educazione:
- Gli studenti sono gli utenti del servizio, che va disegnato in funzione delle loro esigenze e talenti individuali, il corpo docente è al servizio della comunità. L’alto tasso di abbandono scolastico e il basso livello di competenze raggiunto dagli studenti sono segnali delle criticità del sistema attuale.
- Programma scolastico (educazione primaria e secondaria) basato su competenze di base (es. analizzare e risolvere problemi di matematica, fisica, chimica, informatica; leggere e comprendere; scrivere e comunicare in italiano e in inglese, …), su coerenza con i percorsi di studio e esigenze del mondo del lavoro (tasso di abbandono scolastico al 14% e quasi la metà degli studenti non si iscrive all’università), su fattibilità complessiva (es. numero materie vs orari) tenendo conto anche degli studenti con Disturbi Specifici di Apprendimento e Bisogni Educativi Speciali e possibilità per gli studenti di scegliere gli argomenti di approfondimento, in coerenza con i propri interessi e talenti. Programma (educazione terziaria) allineato alle richieste del mondo della ricerca e del lavoro.
- Libertà di scelta delle piattaforme di comunicazione e dei contenuti/materiale didattico da parte delle strutture scolastiche: il principio della autonomia didattica deve essere mantenuto come valore per la società civile.
- Metodologie didattiche che valorizzino l’individualità degli studenti: autonomia, responsabilità, organizzazione del lavoro, capacità di analizzare e risolvere problemi e argomentare. Sistema di blended learning che garantisca un mix di didattica in presenza e a distanza, su carta e digitale. Tutte le strutture scolastiche devono attrezzarsi con piattaforme di comunicazione docenti-genitori-studenti e garantire didattica in presenza e a distanza.
- Regole di comportamento: la didattica (comprese le verifiche) possono essere gestite a distanza e monitorate/facilitate grazie alla tecnologia, anche grazie ad un Patto di Comportamento studenti-docenti-genitori.
- Connettività e device per tutti. Disponibilità per docenti e studenti di adeguata connettività (nelle strutture scolastiche e nelle case – 1 famiglia su 4 non ha connessione internet) e di device funzionali all’attività didattica (PC e tablet personali per ogni studente, non sempre smartphone è sufficiente – il 12,3% delle famiglie con almeno un minore è senza tablet o PC, il 57% di quelle che ce l’hanno lo deve condividere).
- Formazione docenti su metodologie didattiche, comunicazione e competenze digitali obbligatoria con introduzione di verifiche e percorsi di formazione permanente. Introduzione nel corpo docente (fin dalla Primaria) di esperti “prestati” dal mondo del lavoro, per ridurre le logiche di autoreferenzialità e aumentare il collegamento con le attività reali.
- Formazione dirigenti scolastici su metodologie didattiche, comunicazione, competenze digitali e organizzazione del lavoro obbligatoria con introduzione di verifiche e percorsi di formazione permanente.
- Sistema di valutazione di docenti e dirigenti scolastici. Sistema di valutazione e di incentivazione legato a attività e risultati.
- Calendario scolastico scandito da cicli brevi di apprendimento, consolidamento, verifiche e feedback agli studenti. Flessibilità del calendario per permettere il recupero di periodi di chiusura. Come le strutture sanitarie, le strutture scolastiche devono restare aperte tutto l’anno, organizzandosi in turni e modulando le attività, garantendo il supporto alla comunità.
- Modalità d’ingresso (test e numeri) ai corsi universitari ad “accesso programmato nazionale” (es. Medicina e Odontoiatria, Veterinaria, Architettura, Professioni Sanitarie e Scienze della formazione primaria) definite in funzione della strategia e degli obiettivi di sviluppo economico del Paese.
- Finanziamenti al merito per supportare la formazione degli studenti ad alto potenziale, disponibili fin dalla scuola primaria, per consolidare il principio di meritocrazia.
- Strategia di comunicazione a livello nazionale che valorizzi l’importanza dell’educazione per il futuro del Paese: non ci sarà sviluppo senza competenze. Comunicazione mirata e differenziata per studenti, docenti e genitori. Ogni giorno un bollettino sullo stato dell’Educazione: tutte le personalità della politica, cultura, economia, dovrebbero parlarne.
Infine, il Ministero dell’Istruzione – ri-unificato tra scuola e Università – dovrebbe dare come primo segnale di rinnovamento il nome: Ministero dell’Educazione (dal latino educere).
Chiara Burberi – redooc.com