L’importante è partecipare… però vincere è bello!
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“Ora cosa faccio?” Quante volte vi è capitato di chiedervelo nel bel mezzo di un entusiasmante gioco? Iniziate a ragionare e spesso fate scegliere alla sorte. La Dea bendata però a volte regala gioie e altre le nega. Perché dovreste aspettare il giorno fortunato per vincere una gara? Esiste un mezzo per trionfare agilmente: la matematica. Le numerose branche in cui si suddivide sono utilissime nei più famosi giochi che si fanno tra amici perché “Non solo la matematica è reale, ma è l’unica realtà” per il successo (Martin Gardner).
In una partita a Scala 40 lo studio della probabilità ci permette di sapere su quali tris puntare e quali carte scartare, le cifre da tenere in mano per non sforare i malefici 150 punti. Le armate del Risiko non sono più semplici pezzi di plastica, diventano numeri da studiare con la statistica per capire se abbiamo a disposizione truppe sufficienti per conquistare la Kamchatka.
Dobbiamo ringraziare l’aritmetica e l’algebra se in un’asta del Fantacalcio siamo riusciti ad accaparrarci i top player della Serie A, dopo aver saggiamente pensato a come investire i fantamilioni. Soldi che perderemmo se non analizzassimo bene quante case conviene costruire in Parco della Vittoria. Un semplice conto di minimo comune multiplo permette di distribuire bene le risorse in videogames di gestione come Travian e Farmville.
Questa disciplina considerata da molti “oscura” non deve essere studiata solamente per il conseguimento di un bel voto a scuola, ma deve essere compresa e utilizzata nella vita reale perché, come disse Platone “i numeri governano il mondo”. Nel film “21” un brillante studente di matematica del MIT (Massachusset Institute of Technology) studia il metodo per poter vincere a Black Jack e sbanca così un casinò di Las Vegas, portandosi a casa un bel bottino.
Tornando alla realtà, non è un caso se i più talentuosi giocatori di poker conoscono benissimo il calcolo delle probabilità. È il caso di Chris Ferguson, 4 volte campione del mondo, figlio di un docente universitario di Statistica, dottorando di ricerca in Informatica.
Questi ragazzi riescono a vincere proprio perché alla domanda “Ora cosa faccio?” hanno trovato, quasi sempre, la migliore risposta possibile.
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