Bletchley Park Enigma

L’Enigma di Bletchley Park

Se vi trovate a Londra per il weekend e vi interessa una meta alternativa, allora Bletchley Park può essere davvero la scoperta giusta. A patto, ovviamente, che vi piacciano i numeri e, un pochino, anche la storia. A nord ovest della capitale, distante una settantina di km, basta prendere un treno da West Brompton e raggiungerete Bletchley in un’ora, con il corollario di una godibilissima scampagnata.
Ma perché mai dovrebbe valer la pena visitare questo posto?
Banalmente, perché è uno dei luoghi più importanti della storia europea del ventesimo secolo.

Bletchley Park: il set della crittografia

Se avete visto The Imitation Game, sapete di cosa sto parlando. Bletchley Park, infatti, fu scelto dall’esercito britannico durante la seconda guerra mondiale come luogo segreto-segretissimo dove il fior fiore dei crittografi inglesi svolgeva un ruolo a dir poco fondamentale: tentare di decifrare i messaggi dei nazisti e, in questo modo, conoscere in anticipo le mosse del nemico.
Da quando è stato tolto il segreto militare, Bletchley Park è diventato un bellissimo museo, in cui è possibile ripercorrere, edificio per edificio, l’incredibile passato di questo luogo che rischiava di venire dimenticato sotto i tappeti della storia.
Con la sensibilità tipica del mondo anglosassone, invece, Bletchley Park è diventata una meta turistica avvincente, in cui l’esperienza del visitatore è sempre al centro dell’attenzione: pannelli dimostrativi, guide gentili e preparate, un sacco di strumenti multimediali per respirare l’atmosfera degli anni ’40 ed esercitarsi anche con quella che era la grande protagonista del set: la crittografia, appunto.
Per quelle strade si muoveva in bicicletta Alan Turing, certo pensando nella sua testa meravigliosa agli ingranaggi della macchina che avrebbe, da lì a poco, costruito e che, oggi, è stata riprogettata al centro del Block B, con tanto di dimostrazione pratica del suo funzionamento ogni mezz’ora fino alle 16.00. Il fatto è, però, che, come tutti i film, anche The Imitation Game tralascia un bel pezzo della storia: a Bletchley Park, infatti, di cose ne avvenivano parecchie.

Bombe VS Enigma. La guerra che si combatteva a Bletchley Park

Prima di tutto, c’era l’intercettazione dei messaggi nazisti, in codice morse, e la loro trascrizione in lettere.
Una volta radunati e dattiloscritti i messaggi, questi venivano passati al Building 3, dove dovevano essere decifrati e tradotti dal tedesco perché potessero avere un senso.
Infine, nel Building 6, il messaggio decrittato veniva vestito con una storia perché potesse essere recapitato a chi di dovere nell’esercito: essendo tutto segreto-segretissimo, anche il fatto di avere decrittato un messaggio doveva rimanere tale ed esercitava un ruolo centrale, dunque, far pensare che gli inglesi conoscessero in anticipo la posizione degli U-Bot solo per caso. Alan Turing, in tutto questo, ebbe un ruolo decisivo, perché la realizzazione della sua Bombe diede la svolta, nel 1941, alla guerra offrendo agli Alleati un potentissimo strumento meccanico di spionaggio. Ma l’importanza della sua macchina e la genialità del suo concepimento diventano ancora più chiari quando, a Bletchley Park, si entra nel dettaglio del mostro che il grande matematico dovette combattere: Enigma.

La missione del Bletchley Park: sconfiggere Enigma

Enigma era il marchingegno con cui l’esercito nazista crittografava ogni messaggio: dall’apparenza innocua, era invece un concentrato di diabolico ingegno. A Bletchley Park Enigma è presentata in ogni dove, in tutti i suoi modelli: è importante per capire che razza di sfida improba gli inglesi dovettero raccogliere, prima, e vincere poi. Enigma è una macchina da scrivere a due tastiere i cui messaggi escono, sul foglio, sempre con una combinazione di 5 lettere. La tastiera superiore serve perché, quando si schiaccia un tasto in quella sotto, si illumina la reale lettera che si sta digitando. Ci sono tre rotori, in cima, ognuno dei quali ha 26 posizioni possibili sulle quali può essere settato.

Questo significa che, già di partenza, Enigma ha:
26 x 26 x 26 possibili combinazioni (o meglio disposizioni! Scopri la differenza qui), per un totale di 17576.

In pratica, se io schiaccio una A, il tastino viene reindirizzato su un’altra lettera a seconda, appunto, della posizione su cui sono settati i rotori. Siccome, però, chi aveva progettato Enigma quella mattina si era svegliato male, per rendere le cose ancora più elettrizzanti, aggiunse un’altra cosetta: degli anelli sui rotori, anch’essi settabili su una tripletta di lettere a caso. Questi anelli controllano un groviglio di fili, tra un rotore e l’altro, e scombussolano ancora di più la faccenda.
Come?
Quando si schiaccia un tasto di Enigma, la lettera che esce non dipende solo dalla posizione dei rotori, ma anche da quella ulteriore degli anelli che regolano i fili. Questi ultimi, infatti, attraverso la corrente elettrica, decidono di far fare un giro alla lettera che si schiaccia con il tasto fino a che, quando finisce l’impulso elettrico, la passeggiata termina sul risultato definitivo. Dall’input iniziale, mettiamo che sia una A, si può arrivare a una G, ma questo passaggio viene elettro-meccanicamente filtrato dall’azione combinata dei rotori e dei fili elettrici, in modo tale, per esempio, che venga fuori questo percorso:
A < F < T < Y < K < L < P < Q < G
Abbiamo detto che, solo attraverso la posizione iniziale dei rotori, si possono tentare 17576 combinazioni. Ora, con l’azione combinata dell’elettricità, questa cifra sale. Di quanto?
Di un pochino, eh, stai tranquilli: le combinazioni possibili diventano: \( \frac {26!} {10!6!2^{10}} \)
Questa formula ti ricorda qualcosa? Sono le combinazioni!
Non capite cosa c’è scritto? Tranquilli, di fatto significa: 159 milioni di milioni di milioni di possibilità.

La chiave per la vittoria della seconda guerra mondiale

Con un team completo di dattilografi che lavora giorno e notte provando a decodificare il messaggio, bastano milioni di anni per risolvere il problema. E considerando che i nazisti, ogni mattina alle 6.00, cambiavano il codice, si capisce subito l’importanza della cappella a Bletchley Park, dove poter raccogliere le bestemmie del team frustratissimo chiamato all’impresa.
Ogni giorno, dalle 6.00 alle 24.00, si lavorava così a decifrare e a raccogliere combinazioni: prima ancora dei Big Data, un lavoro maniacale di catalogazione portò ad archiviare milioni di schede contenenti parole e corrispettive serie di lettere. Fino a che, naturalmente, Alan Turing non riuscì nella fantastica impresa di progettare la Bomba (chiamata così, pare, perché tutti quelli che ci lavoravano amavano particolarmente un gelato italiano con questo nome) che penetrò i misteri di Enigma, fornendo la chiave, letteralmente, per la vittoria. Certo, se i tedeschi non avessero deciso, ogni mattina alle 6.00, di cominciare la giornata con un messaggio che, oltre alle previsioni del tempo, finiva sempre con Heil Hitler (riducendo il carico di lavoro anche per la Bomba a pochi milioni di combinazioni), magari la sfida sarebbe stata più difficile.
Ma ci ha detto bene e, come stimano molti storici, la seconda guerra mondiale si è accorciata di un paio d’anni grazie al lavoro svolto a Bletchley Park.

In ogni caso, amici di Redooc, Enigma rimane un fior fior di macchina e, se voleste trovare un infallibile modo per copiare sotto gli occhi impotenti della prof di mate, cercherei di procurarmela al più presto.

Quanto a me, che ho già dimenticato il PIN del mio bancomat, posso dirvi che ne potreste trovare una a buon mercato a XHYUI DFTYE POIJH NYUTR DSWQA ZJHYU.
(mannaggia, mi hanno crittografato sul più bello…)


Grazie Luciano Canova*!
*“Provo a insegnare economia qua e là, in particolare alla Scuola Enrico Mattei, convinto che non si tratti di una scienza triste. Credo fermamente nella cultura dei numeri e, infatti, li do piuttosto spesso”.