Cosa fare per rendere la matematica quotidiana? Redooc sul Corriere della Sera
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Oggi si parla di matematica quotidiana e di quanto sia importante questa competenza nella vita di tutti i giorni. Ecco l’intervista di Chiara Burberi pubblicata l’11 Febbraio 2016 sul Corriere della Sera.
Cosa fare per rendere la matematica quotidiana?
Cosa fare per convincere gli italiani che la matematica è popolare, pop? Cosa fare per convincerli che non è una materia da studiare solo perché è obbligatoria a scuola e poi dimenticare velocemente? Cosa fare per convincerli, tutti quanti, giovani e adulti, che è una competenza, uno strumento da conoscere a fondo e utilizzare costantemente?
La matematica è una materia quotidiana, come leggere e scrivere, ed è anche uno strumento alla portata di tutti, non è destinata solo ai talenti naturali o alle persone di successo. La matematica quotidiana sono le quattro operazioni di base, conosciute e utilizzate bene, ma è soprattutto conoscenza (il significato originario di matematica), è logica, è uno strumento per prendere decisioni, analizzando pro e contro. Il talento non serve!
Purtroppo i dati dicono che la realtà vissuta dagli italiani è un’altra: la matematica non è per niente popolare, è scarsamente quotidiana, è sicuramente lontana dalla realtà, e soprattutto è considerata difficile e inutile!
Il mio sogno?
Sogno un’Italia in cui tutti i ragazzi che giocano a calcio ammirino le geometrie di un campo e la meraviglia delle forme di un pallone e ragionino sugli angoli delle traiettorie di corsa e sulle parabole disegnate dai calci.
Sogno un’Italia in cui le ragazze si sentano valorizzate e supportate nel loro percorso scolastico e professionale legato alla matematica e alle materie scientifiche in genere a partire dalla famiglia, ricche di esempi concreti di donne per cui “niente è impossibile”.
Sogno un’Italia in cui la matematica viene imparata ragionando a partire dai problemi concreti: il monomio è un biglietto di treno andata e ritorno, un’equazione è una decisione da prendere (quindi prima impostiamo l’equazione, poi preoccupiamoci di risolverla!) e una parabola è un calcio ben assestato!
Sogno un’Italia in cui sia un onore sentito e riconosciuto insegnare ai nostri figli, tutti i giorni, la bellezza della conoscenza, la nostra grande cultura, naturalmente piena di creatività, un patrimonio unico, che all’estero tanto ammirano.
Cosa fare?
Offriamo ai ragazzi modalità di apprendimento della matematica pensate e realizzate con il loro linguaggio (video, immagini, appunti, esercizi interattivi, giochi, punteggi e classifiche, …) e con la tecnologia che utilizzano quotidianamente (lo smartphone!), senza dimenticare l’importanza di carta e matita, perché la matematica si legge, si scrive e si disegna.
Introduciamo con coraggio a scuola nuovi metodi didattici (e.g. flipped classroom, peer to peer, collaborative learning) che supportino i professori nel coinvolgere e far appassionare gli studenti in classe e a casa nell’apprendimento della matematica.
Offriamo ai ragazzi l’opportunità di confrontarsi con problemi concreti, anche con test che li spingano ad allenarsi ad affrontare e risolvere problemi pratici, usando concetti matematici. Valorizziamo i test Invalsi, facciamoli entrare nel percorso normale di apprendimento. Rendiamo parte della didattica della matematica anche il gioco degli scacchi, i cruciverba, il sudoku, il coding,…
Diffondiamo storie semplici che parlano di saldi e percentuali, frazioni e feste, viaggi e polinomi, equazioni e sabato sera; per aiutare in particolare le mamme a giocare alla matematica con i figli, sì perché la matematica può anche diventare un bel gioco!
Infine, basta con il dire, con una punta di orgoglio malcelato “Sono negata/o! Non la capisco! Tanto non mi servirà mai a nulla!”. Iniziamo a dire che la matematica è come lo sport, è alla portata di tutti: più ti alleni, più sudi, più ti diverti.